LA REALTA' DELL'ACQUARIO
Cara Susan ti scrivo queste parole per offrirti la possibilità di leggerle più e più volte. L'ultima volta che ci siamo visti ero fuori di me e ora sento il bisogno di condividere con te ciò che mi è successo; te lo devo. Da un po di tempo a questa parte frequento un locale che ho scoperto per caso una delle tante notti in cui non c'eri. La prima volta che mi ci imbattei sembrava il tipico posto dal quale non ti aspetti nulla più di ciò che promette l'insegna sporca e scritta male all'ingresso; ottimo per chi ha intenzione di iniziare un dialogo a tu per tu con un bicchiere di rum. Decisi di entrare e invece del classico bancone sudicio mi ritrovai in una stanza completamente vuota nella quale il bianco puro dei muri era interrotto solo dal legno di una vecchia porta. Attratto da una debole sinfonia mista di musica e urla la attraversai e fui catapultato in un mondo folle e a me sconosciuto. So per certo che l'euforia che mi accompagnò per il resto della serata non fu causata solo dalla fortuna di aver sostituito il bicchiere con una festa; c'era qualcosa di più che ancora non riuscivo a definire. Quella notte dormii con la testa piena delle immagini di una situazione nuova e il giorno dopo attesi con impazienza la sera. Ci tornai più e più volte lasciando la festa libera di prendere il controllo della mia mente e pian piano la accettai come unica via d'uscita dalla mia monotonia. Ero assuefatto e certo di poter raggiungere un giorno la totale fusione con quelle emozioni. Scrivendo mi accorgo che la pianta della follia stava crescendo rigogliosa dentro di me. Come ben sai sono sempre stato convinto che il mondo sia governato dal caos e infatti l'imprevedibile cambiò il corso degli eventi in mio favore. Un giovedì sera come tanti altri mi recai al locale e ora cercherò con fatica di spiegarti a parole ciò che i miei occhi videro al posto della festa. Sul lato destro dello scantinato gente grassa e ben vestita urlava discorsi politici dall’alto di piccole colonne dorate mentre alla base persone nude lottavano per raggiungerne la cima; sul lato sinistro, animali antropomorfi intonavano canzoni finte mentre gente spaventata godeva nel toccarli e si crogiolava in un orgia di sudore; di fianco al palco ragazzi immersi in piscine e con la testa offuscata dall'alcool si scatenavano causando risse e rapporti sessuali in ogni dove; infine, al centro, un gruppo di gente silenziosa pregava rivolta verso un uomo che, brandendo una grande croce, colpiva a caso le loro teste. Rimasi in piedi a fissare inorridito la grottesca scena quando la mia attenzione fu catturata dalla forte luce blu che trapelava dalle fessure di una piccola porta.La curiosità vinse in fretta la paura così mi avvicinai e mi ritrovai in una stanza più strana della prima: sopra migliaia di piedistalli bianchi erano posti, in file ordinate, altrettanti acquari. Mentre camminavo notai che all'interno non vi erano pesci ma persone di cera in miniatura. Seguii il mio istinto e mi avvicinai all' acquario che ai miei occhi brillava più degli altri; rimasi interdetto nel vedere la mia rappresentazione cerata che fluttuava lentamente dalla nostra casa al mio ufficio e ritorno. Come previsto tu non c'eri. Mancavi. Fu in quel momento di totale confusione che realizzai la mia verità. Vedi Susan la vita scorre fluida davanti ai nostri occhi ma spesso non la accettiamo e ci mettiamo alla ricerca di un modo per evaderla. Finiamo così per ritrovarci intrappolati in illusioni che ci appannano e rendono sempre più spaventoso il momento in cui ci accorgeremo che la differenza tra ciò che chiamavamo rispettivamente prigione e libertà in realtà non esisteva . Ora ti chiedo di GUARDARE la nostra storia. Non pretendo che tu capisca subito ma so che rimarrai stupita quando ti accorgerai che c'è una cosa che da sempre ci fa dare di matto: la realtà.
Dafaq is that ;)
RispondiEliminaSono indeciso se è un post profondo o la visione di un ragazzo che si è appena fatto un acido peso.
Dopo tutto è la stessa cosa penso. Io dietro la porticina piccola ci immaginerei un gran reticolo di fili (stile circuito integrato) che collegano ogni persona di cera, mi piace pensare che abbiamo connessioni anche con chi non conosciamo in questa vita.