Mi giro di scatto e lo osservo mentre si dirige verso il bancone, si muove in modo sciolto, forse dimostra più anni di quanti ne abbia veramente. Una volta arrivato a destinazione dà un’occhiata veloce al registro che avevo notato poco prima e poi lo richiude. Provo a fare la mia richiesta: “salve, voglio questi e una bottiglietta d’acqua e poi il pieno alla macchina grazie”.Non risponde. Sposta uno sgabello di legno e vi si siede sopra guardandomi dritto negli occhi ma senza proferir parola. Interdetto provo a ripetergli cosa voglio, immagino sia un pò sordo e quindi scandendo le parole e mimando gli oggetti ripeto: “salve, prendo questi, una bottiglietta d’acqua e poi il pieno alla macchina grazie”. Continua a fissarmi altri 2 secondi e finalmente risponde: “non sono sordo” poi riapre il registro e inizia a scorrere i nomi col dito. Lo osservo stupito. Mi spazientisco, l’armonia è sparita, la musica è diventata fastidiosa e il disagio che mi provocava il vecchio si trasforma velocemente in astio. Dopo varie pagine si ferma, mi guarda e accenna un sorriso.
V: “ Benvenuto, sei pronto?”.
B:“pronto? Non so di cosa stia parlando, voglio solo quanto le ho già detto, e se non le spiace ho una certa fretta”
V:“Fretta…va bene sono 8 dollari e 50, questa è l’acqua … per il pieno andiamo fuori”.
Sollevato lo seguo. Eccoci di nuovo fuori. Prima di arrivare a destinazione si volta di scatto. Noto ancora più rughe ora che la sua faccia è illuminata dal sole.
V:“ Picchia il sole oggi è?”
B:“Si, è insopportabile, anche il motore la pensa allo stesso modo” indico la mia mustang.
V:“Veramente un bel pezzo”.
B: “Già, ci tengo molto, ho sudato parecchio per averla”.
E’ cambiato ora. Sembra più spigliato. Si rigira e si avvicina alla pompa, la prende in mano e inizia a iniettare la benzina all’interno del serbatoio.
V:“Sai, io non credo che ti servirà”.
B:“Cosa?”
V:”Non credo che ti servirà l’auto alla fine di questa strada”.
B:“E lei cosa ne sa? Avrò un sacco di cose da fare e certamente ne avrò bisogno … tra l’altro, ora che ci penso, sa quanto serve per raggiungere la meta?”
V: “Dammi pure del tu ragazzo. Comunque, non so,ci son stato solo una volta e ora non mi è più permesso arrivare oltre la fine della strada … non ricordo”.
Son sempre più confuso.
B:“Cosa vuol dire che non ti è permesso? Se è un problema di mezzi, ti ci porto io.”
V:Scoppia in una risata fragorosa che mi lascia interdetto. “Sei molto gentile ragazzo ma proprio non posso, il mio posto è qui”
Certo ormai vive qui da sempre però arrivare a dire che non gli è permesso, chissà, forse la vita solitaria e isolata gli avrà fatto perdere la testa.
V: “Non ho sempre vissuto qui ragazzo,la mia, è stata una vita normale o almeno spero, questa non è la vita che tu conosci, qui non puoi avere rimpianti o essere triste … perché tutto pian piano verrà cancellato, il tuo passato non esisterà più”
Mi spavento, sembra che mi abbia letto nel pensiero.
V:”non spaventarti … io sono stato messo qui, e qui svolgo il ruolo che mi sono meritato,e tu sarai messo da un’altra parte è il destino di tutti prima o poi. Sai, ero come te,credevo di essermi perso ma, sembra impossibile, non mi ero accorto di niente, è così, sono le regole, hai seguito, diciamo, un corso di formazione e ora devi svolgere il tuo lavoro … e dimenticherai tutto, non so perché ma dimenticherai tutto, io lo so, sono il guardiano.”
Capisco sempre di meno.
B:“Tu sei pazzo vecchio, e io non mi sono perso, ho un sacco di cose da fare a destinazione”
V:Sorride.“allora ti faccio una domanda, dove sei diretto?”.
Quella domanda mi coglie alla sprovvista.
B:“In fondo alla strada”.
V:“interessante, ma tu sai dove finisce questa strada?”
B:“Certo che lo so, sono partito ieri notte perché ho delle cose urgenti da fare”
V:“Però non sai di preciso cosa devi fare …”
Rimango sgomento.
B: “Stai blaterando vecchio, eccoti i soldi io ho fretta”
V:“certo, certo, vai, hanno tutti fretta quelli che passano di qui, ma non capite che qui il tempo non ha senso, non esiste se non nella dimensione in cui …”.
Non lo lascio finire e rientro in macchina, parto velocemente e nello specchietto noto che mi saluta con la solita aria appagata che mi innervosisce. In macchina ripenso alle sue parole, effettivamente non ho riferimenti, lungo la strada non ho visto cartelli,non riesco proprio a ricordare perché sono partito e dove sono diretto, so di aver delle cose urgenti da fare ma non le ricordo. Dai Beppe, ragiona, ci deve essere una spiegazione logica. Inizio a sudare freddo, non è che … driiiiin-driiiiin-driiiiiin
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